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  • Title: Post-ARDS pulmonary fibrosis in patients with H1N1 pneumonia: role of follow-up CT.
    Author: Mineo G, Ciccarese F, Modolon C, Landini MP, Valentino M, Zompatori M.
    Journal: Radiol Med; 2012 Mar; 117(2):185-200. PubMed ID: 22020433.
    Abstract:
    PURPOSE: Our aim was to evaluate the evolution of 20 patients with H1N1 pneumonia, focusing our attention on patients with severe clinical and radiological findings who developed post-acute respiratory distress syndrome (post-ARDS) pulmonary fibrosis. MATERIALS AND METHODS: Twenty adult patients (nine women and 11 men; mean age 43.5 ± 16.4 years) with a diagnosis of H1N1 infection confirmed by pharyngeal swab came to our attention from September to November 2009 and were followed up until September 2010. All patients were hospitalised in consideration of the severity of clinical findings, and all underwent chest X-ray. Twelve of them underwent at least one computed tomography (CT) scan of the chest. RESULTS: In 75% of cases (15/20), there was complete resolution of the clinical and radiological findings. Twenty-five percent of patients (5/20) developed acute respiratory distress syndrome (ARDS), which progressed to predominantly peripheral pulmonary fibrosis in 10% (2/20; one died and one had late-onset pulmonary fibrosis, documented on day 68). Moreover, in one patient with a CT diagnosis of pulmonary fibrosis, we observed progressive regression of radiological findings over 4 months of follow-up. CONCLUSIONS: In patients with H1N1 pneumonia, post-ARDS pulmonary fibrosis is not a rare complication. Therefore, a CT scan should be performed in all patients with severe clinical findings. Our study demonstrated that in these patients, fibrosis could present a different spatial distribution and a different temporal trend, with delayed late onset; moreover, in one case, the signs of interstitial lung disease partially regressed over time. Therefore, CT should be considered not only in the diagnostic stage, but also during the follow-up. OBIETTIVO: Scopo del presente lavoro è quello di effettuare una valutazione evolutiva in 20 pazienti con polmonite da H1N1, focalizzando l’attenzione sui casi con severo decorso clinico-radiologico e sulle sequele polmonari post-acute respiratory distress syndrome (ARDS). MATERIALI E METODI: Venti pazienti adulti, di cui 9 donne e 11 uomini, con età media di 43,5±16,4 anni e con diagnosi di influenza suina H1N1 confermata mediante tampone faringeo sono giunti alla nostra osservazione tra settembre e novembre 2009 e sono stati valutati evolutivamente fino a settembre 2010. Tutti i pazienti, in considerazione della severità del quadro clinico, sono stati sottoposti a regime di ricovero ed hanno eseguito almeno una radiografia del torace; 12 di essi hanno eseguito inoltre almeno una tomografia computerizzata (TC) del torace. RISULTATI: Nel 75% dei casi (15/20) la sintomatologia e le alterazioni a carico del parenchima polmonare sono regredite dopo terapia in assenza di significativi esiti parenchimali. Nel restante 25% (5/20), il ricovero è stato gravato da complicanze respiratorie fino ad un quadro conclamato di ARDS, con evoluzione in interstiziopatia prevalentemente periferica in 2 pazienti, di cui uno poi deceduto ed uno con sviluppo tardivo di fibrosi polmonare documentata in 68a giornata. Si segnala infine un caso in cui si è verificata comparsa di segni compatibili con interstiziopatia polmonare che sono andati incontro a graduale regressione nei controlli a quattro mesi. CONCLUSIONI: Poiché l’evoluzione in interstiziopatia polmonare dell’ARDS da H1N1 rappresenta una complicanza di non rara osservazione, il monitoraggio evolutivo dei pazienti con presentazioni cliniche particolarmente severe non può esimersi dall’impiego dell’indagine TC. Il nostro studio ha documentato che la interstiziopatia conseguente alla polmonite virale con ARDS può presentare non solo una distribuzione spaziale peculiare, ma anche un inconsueto andamento temporale, con insorgenza tardiva; inoltre, in un singolo caso si è documentata una parziale e graduale riduzione nel tempo dei segni di interstiziopatia. Questa osservazione può giustificare ulteriormente, l’impiego della TC non solo in acuto ma soprattutto nel monitoraggio tardivo di questi pazienti.
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