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  • Title: Surgical treatment of gastric stromal tumors: laparoscopic versus open approach.
    Author: Ortenzi M, Ghiselli R, Cardinali L, Guerrieri M.
    Journal: Ann Ital Chir; 2017; 88():. PubMed ID: 28604382.
    Abstract:
    AIM: Gastrointestinal stromal tumors (GIST) are quite rare tumors, but yet they are the most common mesenchymal lesions of gastrointestinal tract. Their outmost frequent origin site is stomach and presently surgical resection is the mainstay in the treatment of gastric non metastatic GIST. Their peculiar characteristic of growth and poor metastatic tendency make this tumors particularly prone to be managed by minimally invasive technique. Presenting our experience we want show the feasibility and safeness of laparoscopic approach for gastric GIST and its benefits versus traditional open surgery and pointing out short term and long terms outcomes. PATIENTS AND METHODS: In our series we included 60 patients who underwent surgery for gastric GIST from 2004 to 2014 at Clinica Chirurgica of Università Politecnica delle Marche. Patients were divided in two group according with surgical approach (open or laparoscopic). Criteria of exclusion were metastatic disease and palliative purpose of surgical resection. All patients underwent endoscopic ultrasonography, fine needle aspiration, TC/MRI or PET before surgery. However most of the definitive diagnosis were postoperative. CD117 and CD34 immunohistochemical positivity were considered suggestive for GIST. Tumors were classified in four different prognostic groups according with pathological findings (size and mitotic count) as reported in Fletcher classification. None of the patients received Imatinib before surgery. All patients underwent follow-up with Computerized Tomography (TC) and/or Magnetic Resonance (MRI) repeated every year (mean 51.98 ± 35.68 months). RESULTS: We performed open surgery on 22 patients (36.7%) and laparoscopic wedge resection on 38 patients (63.33%); one of these underwent robotic wedge resection by da the da Vinci® surgical system. The median age at diagnosis was 64 years (range= 45-71). Patients with gastric GIST presented with various symptoms, including fatigue secondary to anemia, intraluminal gastrointestinal bleeding, abdominal pain, abdominal mass, vomiting and syncope. In 26 patients (43.3%) gastric GISTs were detected incidentally during abdominal exploration, endoscopy, or radiologic imaging. Tumor dimensional difference between the two groups was not significant (mean 4.75 cm, range= 2-13). Operation time was significantly lower in laparoscopic approach (82.4 versus 117.8 min). We did not experience of intraoperative or post-operative complications in laparoscopic group. Conversely 4 patients of open group were transfused for anemia. In our series we didn't observe recurrence or metastasis at mean follow up period of (range= 49-120 months). CONCLUSIONS: Laparoscopic surgery is a minimally invasive approach to the treatment of GISTs and offers many advantages such as short hospital stay and low morbidity. In the meantime oncological outcomes of laparoscopy for gastric GIST, assessed as tumor free resection margins and recurrence rate, are comparable to traditional open strategy. KEY WORDS: Gastrointestinal stromal tumors, Laparoscopy, Minimally invasive surgery, Stomach. I Tumori Stromali Gastrointestinali (GIST) sono tumori rari ma rappresentano le neoplasia mesenchimale più frequente del tratto gastroenterico. Insorgono più frequentemente a livello gastrico e la resezione chirurgica rappresenta ad oggi la terapia di scelta per la malattia primitiva non metastatica. Le loro caratteristiche peculiari di crescita e la scarsa tendenza ad invadere gli organi adiacenti li rendono particolarmente maneggevoli con un approccio mininvasivo. Presentando la nostra esperienza vogliamo dimostrare l’applicabilità e la sicurezza della laprosocpia nel trattamento dei GIST gastrici ed i suoi vantaggi rispetto alla chirurgia tradizionale laparotomica. Abbiamo confrontato i risultati derivanti dall’analisi retrospettiva di una serie di 60 pazienti sottoposti a chirurgia per GIST gastrico dal 2004 al 2014 nella Clinica Chirurgica dell’ Università Politecnica delle Marche. I pazienti sono stati suddivisi in due gruppi a seconda del trattameto chirurgico utilizzato, laproscopico e o laparotomico. I criteri di esclusione sono stati la presenza di malattia metastatico e l’esecuiìzione di chirurgia a scopo palliativo. La diagnostica preoperatoria ha previsto l’esecuzione di ecoendoscopia, ago aspirato, TC/RMN o PET ma nella maggior parte dei casi la diagnosi definitiva è stata postoperatoria e basata sull’analisi immunosotchimica. Sono stati diagnosticati come GIST i tumori mesenchimali che mostravano positività per i marcatori CD 117 e CD34. I GIST sono stati quindi suddivisi in quattro gruppi prognostici sulla base delle loro caratteristiche anatomopatologiche, in accordo con quanto descritto da Fletcher nel suo nomogramma prognostico. Nessuno dei pazienti è stato trattato con Imatinib preoperatoriamente. Tutti i pazienti sono stati sottoposti a follow up con TV e/o RM ripetute annualmente. Dei 60 pazienti arrualati nello studio 22 (36.7%) sono stati trattati con tecnica open, 38 (63.33%) con tecnica laparosocpica e uno di questi con tecnica robotica tramite il sistema robotico da Vinci®. Non sono state notate differenze significative per quanto riguarda età, sesso, sintomatologia e dimensioni della massa e caratteristiche anatomopatologiche all’esame istologico definititvo tra i due gruppi. L’età media alla diagnosi è stata di 64 anni (range= 45-71). I pazienti riferivano una sintomatologia variabile compre astenia ed anemia, sanguinamento intraluminale, dolore addominale, senso di massa, vomito e sincope. In 26 pazienti (43.3%) la presenza di un GIST gastrico è stato un reperto occasionale in seguito a procedure endoscopiche o radiologiche eseguite per altri motivi. La dimensione media era di 4.75 cm (range= 2-13). Sono stati registrati tempi operatori inferiori in laparoscopia rispetto alla ecnica laparotomica (82.4 versus 117.8 min). Una differenza statisticamente significative è stata inoltre osservata per quanto riguarda il tempo di rimozione del sondino nasogastrico, il tempo necessario alla ricanalizzazione ai gas e alla rialimentazione e la durata della degenza ospedaliera. Non abbiamo osservato complicanze intra o post operatorie neli pazienti trattati con tecnica laproscopica mentre in 4 pazienti sottoposti a laparotomia abbiamo riscontrato anemizzazione con necessità di trasfusione. Non sono state riscontrate recidive o metastasi in tuto il periodo di follow up (range= 49-120 months). Il nsotro studio dimostra come la laparosocpia sia un’alternativa efficace alla chirurgia tradizionale nel trattamento dei GIST gastrici. La tecnica minvasiva offre numerosi vantaggi soprattutto nell’immediato decorso post-operatorio che si traducono in una minore degenza ospedaliera. I risultatti oncologici delle due tecniche sono invece sovrapponibili.
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