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  • Title: [Laboratory animal allergy.].
    Author: Corradi M, Selis L, Pelà G, Mozzoni P, Andreoli R, Goldoni M.
    Journal: G Ital Med Lav Ergon; 2019 Dec; 41(4):354-358. PubMed ID: 32126609.
    Abstract:
    Laboratory animal allergy (LAA) is caused by an immunological hypersensitivity reaction to highmolecular- weight antigens that are present in laboratory animals' urine, dander and saliva. All laboratory animal facility personnel who regularly come in contact with laboratory animals, such as technicians, researchers, cleaning staff, veterinarians and even administrative staff, are at risk of developing LAA. Generally, most epidemiological studies indicate a LAA prevalence ranging from 6% to 44% and an incidence ranging from 9% to 30%. Prevalence and incidence data vary widely because the diagnosis is not uniformly defined: some diagnoses are made solely on the basis of symptoms, whereas others also require a positive skin test or confirmation of the presence of laboratory animal allergen-specific IgE antibodies. Obiettivi. I laboratori di ricerca rappresentano realtà occupazionali peculiari, caratterizzate in genere dall’utilizzo di volumi ridotti di numerosi agenti chimici, spesso usati in miscela, e quindi da una potenziale esposizione ad agenti chimici multipli. Metodi. Obiettivo del lavoro è quello di fornire una breve rassegna dei metodi più utilizzati per la valutazione del rischio chimico negli ambienti di laboratorio, con particolare riferimento a limiti e vantaggi di ognuno. Risultati. L’approccio più spesso utilizzato ai fini della valutazione del rischio chimico in laboratori di ricerca prevede l’uso di un approccio modellistico qualitativo per la valutazione del rischio o quantitativo per la stima dell’esposizione. Conclusioni. Gli algoritmi di valutazione del rischio chimico rappresentano una soluzione utile ai fini dello screening iniziale per la valutazione del rischio chimico nei laboratori di ricerca: la semplicità che contraddistingue questo tipo di algoritmi da una parte li rende facilmente accessibili, dall’altra non consente di prendere in considerazione le particolarità degli scenari espositivi valutati. Per quanto riguarda i modelli di stima dell’esposizione, sebbene questi strumenti abbiano un ampio range di applicabilità, ad oggi manca una validazione solida e completa, che ne valuti l’accuratezza e l’affidabilità in questa peculiare tipologia di scenari di esposizione.
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